Tutte le guerre sono portatrici di tragedie e sofferenze umane indicibili e l’auspicio è che la pace e il dialogo siano l’unico strumento per la risoluzione dei conflitti.
Federparchi, a fronte del dramma dell’Ucraina, si associa a quanti chiedono di far cessare le armi. Crediamo inoltre importante ricordare che vi è anche un altro danno collaterale dovuto ai conflitti armati: l’ambiente e la biodiversità, per la cui tutela sono impegnate le aree protette di tutto il mondo.
Riteniamo utile riproporre un passaggio del testo con cui il Programma Ambientale ONU (UNEP) ricordava, già nel 2018, la necessità di tutelare la biodiversità dai danni delle guerre in occasione di una ricorrenza poco nota, quella del 6 novembre, “giornata internazionale per prevenire lo sfruttamento dell'ambiente in guerra e nei conflitti armati” istituita dall’ONU nel 2001.
DA UNEP: I tempi di guerra possono provocare un rapido degrado ambientale poiché le persone lottano per sopravvivere e i sistemi di gestione ambientale vanno in crisi con conseguenti danni agli ecosistemi.
Dalla seconda guerra mondiale ad oggi i conflitti armati si sono verificati in più di due terzi degli hotspot di biodiversità del mondo, ponendo così a rischio gli sforzi di conservazione.
Ecco i principali effetti nocivi per l’ambiente che dimostrano perché è necessario proteggere la biodiversità dagli effetti diretti e indiretti di guerre e conflitti armati.
Incendi di foreste e praterie. Combattimenti e bombardamenti causano la loro distruzione.
Prosciugamento paludi. Pratica molto utilizzata in contesti ricchi di zone umide. Danni permanenti.
Incendio di pozzi/depositi petrolio e carburanti. Combattimenti, bombardamenti e azioni di sabotaggio prendono di mira queste infrastrutture con danni ambientali enormi anche in termini di emissioni CO2.
Devastazione di campi agricoli, combattimenti fra eserciti, combattimenti di guerriglia, transiti di truppe, devastano le colture.
Defolianti, usati ampiamente nelle zone ricche di vegetazione, nel Vietnam e in Africa. Danni di lungo periodo.
Devastazioni ecosistemi Rotture degli equilibri ecosistemici, dalle falde acquifere alle catene alimentari, dovuti a guerre prolungate.
Campi minati, impossibilità di utilizzo del suolo, anche da parte di grandi mammiferi (in particolare bestiame da allevamento).
Disboscamenti, molto diffuso come tecnica anti-guerriglia o per facilitare lo spostamento delle truppe, crea danni permanenti.