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Caso Daniza - Federparchi, Legambiente e Wwf scrivono al ministro Galletti: "No ad atti fondati sull'emotività"

Su Twitter il Ministro aveva annunciato lo stop alle narcosi sugli orsi. Anche il mondo scientifico dissente.

( 22 Settembre 2014 )   I presidenti di Federparchi, Legambiente e Wwf, forti della condivisione di illustri esponenti del mondo scientifico italiano, hanno firmato e diffuso poche ore fa una lettera che ha come destinatario il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Nella missiva si chiede un ripensamento riguardo a quanto annunciato nei giorni scorsi sulla sospensione delle narcosi sugli orsi, dichiarandosi (Wwf, Legambiene e Federparchi) da subito disponibili a un confronto e a una collaborazione per evitare che situazioni come quella di Daniza possano ripetersi.
  “Abbiamo appreso – si legge nel documento recapitato al tavolo del ministro - della sua intenzione di voler emanare un atto che sospenda gli interventi di narcosi sugli orsi.  Con la presente siamo a chiederle di non procedere in tan senso poichè un simile atto avrebbe certamente ripercussioni negative a livello nazionale sulle attività di conservazione della specie”
   “La morte dell'orsa Daniza, su cui sono ancora in corso approfondimenti ed indagini – scrivono Sammuri e gli altri - non può indurre a decisioni come quella annunciata. Così come si sarebbe dovuto fare prima, anche in questa circostanza è importante che le Istituzione tengano in debita considerazione i pareri scientifici e le esperienze pluriennali senza cedere a pressioni, emotività, esigenze di comunicazione che inducono a scelte affrettate e sbagliate”.
   Poi le riflessioni scientifiche: “solo in Abruzzo, negli ultimi 20 anni, sono stati narcotizzati a cura del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, oltre 88 orsi con zero mortalità. Animali che, grazie alla narcosi, sono stati dotati di radiocollare e quindi è stato possibile monitorarli, seguirli e proteggerli,  in alcuni casi anche curarli. Tutto questo ne ha garantito la conservazione.  Non si può dunque ignorare queste evidenze documentabili e agire in risposta ad un singolo caso dove il problema da considerare non è solo la narcosi effettuata, ma anche la situazione generale che potrebbe aver determinato uno stato di stress dell'animale e quindi una reazione negativa al farmaco somministrato”
  Come l'esperienza comune insegna anche per la specie umana, gli interventi di narcosi sono sempre estremamente delicati ma se correttamente gestiti rispondono a  precisi protocolli di sicurezza. Pensare di impedirli non ha alcuna ragione scientifica e nel campo della conservazione non aiuta certo nella tutela della biodiversità e comprometterebbe molte iniziative per la tutela di una specie simbolo straordinaria quale  appunto quella dell'orso bruno o dell'orso marsicano.  
   A questo riguardo i presidenti firmatari - Donatella Bianchi (Wwf), Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente) e Giampiero Sammuri (Federparchi) - segnalano che attualmente - sempre in Abruzzo - sono in corso attività di controllo e monitoraggio su cui, proprio per escludere il ripetersi di situazioni conflittuali tra orsi e popolazioni locali, non si può escludere l’esigenza di radiocollari e quindi la necessità di interventi che inevitabilmente rendono necessario sedare l’animale.  Non procedere in questi progetti significherebbe creare le premesse per ulteriori problemi.
 
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