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Riordino dei parchi piemontesi. La posizione di Federparchi

Sammuri: "Un film già visto. La nascente legge incardinata su criteri ragionieristici che non condividiamo"

( 16 Febbraio 2015 )Come già accaduto in altre regioni, anche in Piemonte il consiglio regionale sta procedendo alla discussione di un testo di legge per il riordino del sistema di gestione delle aree protette, che prevede modifiche sia per l’organizzazione che per il numero degli enti di gestione. Insomma accorpamenti prima di tutto. Anche in Piemonte, quindi, la nascente legge appare già incardinata su criteri che Federparchi – Europarc Italia non condivide. “Questo tipo di approccio, basato unicamente su calcoli economici – attacca il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri - lo abbiamo già conosciuto e affrontato in altre regioni, riuscendo sempre alla fine a mediare e ottenere dei risultati rispetto alle nostre istanze. E’ accaduto in Sicilia, in Liguria e ovunque si è cercato di mettere mano a una razionalizzazione delle risorse destinate alle aree protette”  

    “In Piemonte, francamente - prosegue Sammuri - speravo che il percorso sarebbe stato diverso. Nei mesi scorsi avevamo incontrato l’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, in occasione del mancato rinnovo dei consigli di gestione delle aree protette regionali. Ci aveva spiegato le sue ragioni annunciando la volontà di modificare la normativa sui parchi per razionalizzare l’attuale modello di governance. Nella circostanza aveva anche preso impegno a incontrarci di nuovo per avviare una concertazione. Invece non è accaduto. Il dispiacere è doppio perché, al di là di una possibile mediazione, ascoltare chi i parchi li vive ogni giorno, chi siede ai tavoli del Ministero, chi ha partecipato alla stesura di leggi simili in altre regioni, avrebbe sicuramente aiutato gli amministratori regionali piemontesi, quanto meno a partire con il piede giusto”.  

   “Federparchi – ribadisce Sammuri - non fa una difesa arroccata e sindacale delle aree protette, né tantomeno vuole sottrarsi al confronto, ma ragionare con il governatore Chiamparino, con l’assessore Valmaggia, con i consiglieri regionali su dati reali e risparmi effettivi. In Piemonte esiste senza dubbio, anche nei parchi, la possibilità di razionalizzare, risparmiare ed essere più efficienti, ma  va aperto un ragionamento, come è stato fatto in Liguria e in Sicilia, evitando che in questa fase si facciano dei danni e si getti il bambino con l’acqua sporca. Sì, perché l’attuale disegno di legge sulla governance dei parchi regionali piemontesi – sono ancora parole di Sammuri - è la classica operazione di ragioneria spicciola”.

   A dirlo è anche un recente studio di Unioncamere, che approfondisce i risultati che un certo tipo di governance dei parchi produce sui territori. Non lo dice quindi Federparchi, ma un ente terzo. Questo studio di Unioncamere Federparchi lo presenterà, non a caso, in Piemonte, a marzo, sperando di avere ospiti coloro che stanno discutendo la nuova legge regionale sui parchi.

   “Chiediamo, quindi, ancora una volta – conclude il presidente di Federparchi – di sederci a un tavolo con la Regione Piemonte e analizzare in modo pragmatico cosa si può migliorare e razionalizzare. Se ci sono spese che si possono ridurre, Federparchi non farà una difesa sindacale a prescindere, ma anzi sosterrà la regione su scelte che condividiamo. Allo stesso modo vi sarà l'opportunità di dimostrare come, quelle che vengono definite "spese" per i parchi, possono invece essere, se ben fatte, investimenti altamente produttivi”.

   Per la cronaca lo straordinario patrimonio ambientale del Piemonte era stato ‘toccato’ una prima volta durante il governo Cota, con la modifica della legge regionale  19/2009, che escluse tutte le zone di salvaguardia dal sistema delle aree protette. Prima ancora erano già stati accorpati alcuni enti di gestione, sempre con l’obiettivo di razionalizzare le risorse.
 
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