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Sammuri, serve una campagna contro il bracconaggio

L'intervento del presidente di Federparchi dopo l'ennesimo abbattimento di rapaci

( 14 Settembre 2018 )

 

Domenica scorsa, 9 settembre,  è stata abbattuta nella Sicilia occidentale una giovane  femmina di Capovaccaio, liberata pochi giorni prima in Basilicata nell’ambito di un progetto Life al quale partecipa anche la Federparchi. È una specie sull’orlo dell’estinzione in Italia, dove sono presenti solo 7 nidi attivi. Nemmeno 2 settimane fa vicino a casa mia, in Maremma, la stessa sorte è toccata ad un biancone, detto anche “aquila dei serpenti”. All’inizio di quest’anno, a Gennaio, un giovane Falco pescatore nato in maremma 8 mesi prima è stato impallinato vicino a Todi ed è morto pochi giorni dopo per le ferite riportate. In tutt’Italia lo scorso anno si erano involati solo 7 falchi pescatori

Fino agli anni ‘70 del secolo scorso i rapaci venivano abbattuti legalmente e molti morivano per l’uso, altrettanto legale, dei bocconi avvelenati. La pratica di abbattimento veniva fatta sistematicamente nell’ambito della cosiddetta “lotta ai nocivi”. Etichettando come “nocivi” tutti gli animali   che potevano competere con i cacciatori perché presunti predatori di lepri, fagiani o altre specie oggetto di caccia, anche il Capovaccaio, che è un avvoltoio e mangia quindi animali morti

Il Biancone che mangia serpenti ed il Falco pescatore che mangia pesci, avendo becco adunco ed artigli rientravano nella categoria dei “nocivi” e venivano abbattuti senza pietà. Dalla fine degli anni ‘70 tutti i rapaci sono diventati specie particolarmente protette ed abbatterli è un reato

Chi mi conosce sa che non sono ostile alla caccia, ho molti amici che praticano quest’attività, con alcuni di loro sono cresciuto insieme, non sono vegano e a tavola apprezzo molto la selvaggina. Per questo dovrebbe preoccupare i miei amici cacciatori, la reazione immediata ed istintiva che ho avuto  al terzo episodio del genere, che mi ha toccato da vicino nel corso di quest’anno. Ho pensato: “Basta, hanno ragione quelli che vogliono chiudere la caccia, non si possono sopportare più cose del genere!” Poi ho respirato profondamente, ho recuperato la mia razionalità e mi son ridetto cose che ho pensato altre volte. Non è che se un automobilista, sotto gli effetti della droga o dell’alcool, investe ed uccide alcune persone, vietiamo la circolazione automobilistica in tutto il paese

Vero, però la mia reazione istintiva è emblematica e mi porta ad alcune valutazioni  e dovrebbe spingere a riflettere chi va a caccia rispettando le regole e vuole continuare a farlo, compresi tanti che conosco io e che mai sparerebbero ad un rapace o ad una specie non cacciabile

Però è ora  che vi svegliate, prendendo nettamente le distanze da questi comportamenti, sia come singoli che come associazioni venatorie. E non basta più un comunicatino quasi nascosto, ci vogliono azioni molto più incisive. Mi permetto di indicarne due

Finirla con il muro di omertà. Spesso chi spara ad un rapace oltre ad essere un criminale è anche un idiota, capacissimo di vantarsi la sera al bar della sua “impresa”. Io non ci credo che del falco pescatore abbattuto a Todi, praticamente in città, nessuno  sapesse niente. I carabinieri forestali hanno fatto  indagini molto serrate, ma hanno trovato un muro di gomma

Lanciare una bella campagna che potrebbe essere chiamata “Io non sono un bracconiere” e chi aderisce versa 10 € (costo di una scatola di cartucce) per il sostegno a progetti di conservazione di specie vittime del bracconaggio [tipo Capovaccaio e  Falco pescatore.

Giampiero Sammuri, presidente Federparchi

Link all’articolo pubblicato su GreenReport

http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/caccia-bracconieri-e-capovaccai/

 

 
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