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Rapporto appalti verdi 2021: cresce l’adozione dei criteri ambientali minimi da parte dei parchi

Agostinelli, costruire un percorso specifico per i CAM nelle aree protette. Link al rapporto integrale

( 08 Ottobre 2021 )

Notizie confortanti dalla XV edizione del Forum Compraverde Buygreen 2021,  al palazzo WeGil di largo Ascianghi a Roma: secondo i dati del quarto rapporto dell'Osservatorio Appalti Verdi animato dalla collaborazione di Legambiente Onlus e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Federparchi, Novamont, Eurosintex, Università degli studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti e Assosistema, cresce l’applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti per l’acquisizione di beni e nei servizi da parte degli enti gestori delle aree protette e degli enti locali in generale. Il rapporto ha analizzato, oltre ai parchi, anche  capoluoghi di provincia, un ampio campione di comuni “ricicloni” e  quaranta ASL

CRESCE LA RISPOSTA DAI GESTORI DELLE AREE PROTETTE

Già tra il 2019 e il 2020 la partecipazione dei gestori delle aree protette era cresciuta molto, stavolta si registra un incremento del 45%, con 99 enti totali che hanno partecipato al questionario: 23 parchi nazionali, 26 aree marine protette, 43 parchi regionali e 7 riserve. Sono 13 gli enti che arrivano al 100% di applicazione dei criteri ambientali minimi, con Roma Natura, parco Beigua, parco  Aveto, Isola dell’Asinara e Secche di Tor Paterno che confermano quanto comunicato lo scorso anno. Importante la risposta sulla politica “plastic free”:  viene adottata dal 75% degli enti gestori, che al contempo per il 53% si adopera nella formazione del personale rispetto ai criteri del Gpp. Purtroppo, però, l’83% non fa monitoraggio interno sul rispetto dei criteri. 

Lo stato di applicazione del GPP va quindi migliorando in modo significativo.  Nel questionario è stato  chiesto quale sia stata la principale difficoltà riscontrata dagli Enti gestori per l’applicazione dei CAM nelle gare di appalto pubbliche, ricevendo queste risposte:  Il 30,6% degli Enti gestori riscontra una mancanza di formazione;  Il 41,7% degli Enti gestori riscontra maggiore difficoltà nella stesura dei bandi;  Il 32,7% degli Enti gestori registra una mancanza di imprese con i requisiti previsti dal CAM.

“I risultati del rapporto sono molto incoraggianti e mostrano l’impegno dei parchi per l’adozione dei CAM – ha affermato il vicepresidente di Federparchi Agostino Agostinelli –  abbiamo avanzato la proposta  di  costruire come Federpachi, insieme a Legambiente ed Ecosistemi,  un percorso specifico  di riferimento per gli enti gestori delle aree protette, per incrementare  l’adozione  dei Criteri Ambientali Minimi nel contesto di politiche gestionali che puntino all’eccellenza.”

“Nonostante la crescita registrata nell’applicazione dei CAM- dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale are protette e biodiversità di Legambiente - le aree protette devono essere ancora più virtuose nell’applicazione del Green power procurement, uno strumento a garanzia di una maggiore qualità dell’azione amministrativa degli enti parco nella fase in cui i territori e le comunità dei parchi saranno interessati dagli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Contare su uno strumento efficace e trasparente come il GPP è fondamentale per garantire la tutela della natura e promuovere uno sviluppo del territorio in chiave green e sostenibile.” 

Nel questionario alla base del rapporto è stato poi domandato agli Enti gestori il grado di adozione delle politiche per il plastic free: il 74,5% degli Enti gestori che hanno risposto ha dichiarato di averle adottate. Sono politiche per il divieto della plastica monouso, per il free beverage, l’uso delle borracce ricaricabili, l’informazione ai cittadini per la riduzione d’uso della plastica, – anche e soprattutto nei cammini – il miglioramento della consapevolezza volto a evitare l’abbandono dei materiali plastici nell’ambiente. Il plastic free, in tutte le aree protette, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio standard nell’organizzazione degli eventi, culturali, educativi, naturalistici, economici

A tal proposito il terreno sembra molto fertile visto che il 46,9% degli Enti gestori ha adottato, criteri ambientali e sociali nell’organizzazione degli eventi, dei e, il 53,1%, adotta tali criteri ma non sempre. In pratica tutte le aree protette sembrano adottare o richiedere dei criteri ambientali e sociali nell’organizzazione degli eventi.

È infine possibile stilare una graduatoria dei Criteri Ambientali Minimi maggiormente adottati da parte degli Enti gestori delle aree protette, che vede nelle prime 5 posizioni i CAM relativi agli acquisti di carta in risme, servizi di pulizia, carta per copia e grafica, cartucce toner e servizi energetici, con due importanti novità rispetto alla classifica del 2019: il secondo posto dei servizi di pulizia, che scalano due posti in classifica, e l’ingresso nella “top fine” dei servizi energetici. 

LE PROPOSTE DELL’OSSERVATORIO

Legambiente e Fondazione Ecosistemi, avanzano  alcune proposte alle istituzioni, a maggior ragione che dall’Europa sono in arrivo quasi 70 miliardi di euro, degli oltre 191 complessivi previsti dal piano NextGenerationEU, per progetti di transizione ecologica ed economia circolare: innanzitutto inserire l’applicazione dei criteri ambientali minimi del Gpp nel Piano nazionale di ripresa e resilienza come priorità, rafforzare la capacità delle istituzioni partendo da enti locali e responsabili acquisti delle stazioni appaltanti per diffondere il Gpp e garantire l’adozione dei criteri, individuare un referente Gpp in tutte le pubbliche amministrazioni, estendere il campo di applicazione del Gpp, rafforzare l’uso dei criteri minimi nelle imprese pubbliche, diffondere la formazione, promuovere e sviluppare monitoraggi ulteriori e incentivare l’utilizzo dei criteri ambientali minimi.

IL GPP NEI CAPOLUOGHI: MIGLIORAMENTI IN 12 CRITERI SU 17

Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia: sono quasi 1 su 3 quelli che dichiarano di avere un grado di adozione dei parametri del Green Public Procurement tra l’80 e il 100%, ovvero 26 sugli 89 che hanno preso parte al monitoraggio civico. 

Andando nello specifico dei risultati del monitoraggio, è importante sottolineare che l’83% delle amministrazioni coinvolte è a conoscenza del Gpp. I criteri ambientali più applicati sono quelli relativi all’acquisto di stampanti (il 66% li adotta sempre), sull’acquisto di carta in risme (il 73%) e sui servizi di pulizia (61%). I criteri ambientali minimi meno applicati sono quelli riguardanti l’edilizia (il 39% non li applica sempre, il 29% addirittura mai), gli arredi (il 22% non li applica sempre, il 28% mai), i prodotti tessili (il 31% non sempre, il 27% mai), l’acquisto di calzature e accessori in pelle (il 32% non li applica sempre, il 31% mai).

LE AZIENDE SANITARIE LOCALI E IL GPP

Sono 40 le Asl che per il primo anno hanno risposto al questionario inviato dall’Osservatorio, di queste in 3 hanno dichiarato di rispettare il Gpp al 100%, ovvero l’Asl di Rieti, l’ATS della Brianza e la APSS di Trento. Nove – tra queste c’è l’Asl Roma 4 e l’Azienda USL Toscana Centro – dichiarano un’applicazione che va dall’80 al 99%. Interessante scoprire che prodotti elettronici (71%), risme (68%) e stampanti (50%) sono i tre criteri ambientali minimi più applicati dalle aziende sanitarie locali.

Il Forum è organizzato dalla Fondazione Ecosistemi in partnership con il Ministero della Transizione Ecologica, Regione Lazio, Legambiente, Agende 21 Locali Italiane, Unioncamere, Confindustria, ALI, Fairtrade, Confcooperative, Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio.

 LINK AL RAPPORTO

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