Individuare percorsi e soluzioni per rendere più efficacie ed efficiente la tutela della biodiversità marina, potenziando gli organici, garantendo risorse e buona governance per le Aree Marine Protette. Questo il focus su cui si è sviluppata la prima Assemblea nazionale delle AMP promossa da Federparchi che si è svolta a Roma il 25 novembre. Un incontro costruttivo e molto partecipato che ha visto la presenza della gran parte delle Aree marine protette italiane, da Portofino alle isole Egadi, comprese quelle che rientrano nei grandi parchi nazionali come le Cinque Terre e l’Arcipelago Toscano.
L’incontro è stato aperto e moderato da Rocky Malatesta, vice presidente di Federparchi e coordinatore della Consulta delle AMP nonchè presidente della Riserva Naturale di Torre Guaceto che comprende anche l’area marina. Malatesta ha sottolineato l’importanza dell’evento sia nella prospettiva della riforma della legge istitutiva delle aree protette, la 394 del 1991, di cui si sta iniziando a discutere in Senato, sia in vista degli Stati Generali delle aree protette indetti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che si terranno a Roma il 17 e 18 dicembre e che vedranno protagonista Federparchi e all’intero sistema italiane delle aree naturali protette. “A quell’appuntamento - ha detto Malatesta - dobbiamo portare proposte concrete per risolvere i problemi. Oggi - ha proseguito - le AMPoltre ad essere propulsori di iniziative per la tutela della biodiversità, vanno anche oltre i loro compiti tradizionali di conservazione, facendosi portatrici di sviluppo sostenibile a beneficio delle comunità e valorizzando la ricchezza e le bellezze del mare. E’ quindi necessario proporre soluzioni possibili e praticabili per migliorare l’operatività e le governance delle aree marine protette.”
L’introduzione dei lavori è stata a cura del responsabile dell’ufficio giuridico di Federparchi Ciro Amato che ha illustrato l’iter delle proposte di legge a Palazzo Madama, all’interno delle quali vi sarebbero molte delle proposte di revisione della legge quadro sui parchi accumulatesi nelle precedenti legislature. Per l’esperto, il testo in discussione affronta l’insieme delle questioni a partire da un intervento sulla governance dei parchi nazionali dove si prevede la soppressione del Consiglio Direttivo e la sua sostituzione con la Comunità del parco; una proposta considerata poco praticabile. Amato ha anche illustrato la nuova tipologia di parco nazionale “con estensione a mare” che verrebbe introdotta con la riforma. “Di particolare importanza - ha sottolineato Amato - l’istituzione del Piano Triennale anche per la Aree Marine Protette, anche se andrebbe meglio chiarita la norma per evitare una inutile duplicazione. Relativamente alla figura dei direttori delle AMP la disposizione dovrebbe chiarire meglio il loro status giuridico e le modalità di selezione pubblica.” Amato ha poi spiegato che, con la riforma, il MASE dovrebbe stabilire una “dotazione minima” per le AMP, una novità che comporterebbe una certezza di bilancio visto anche che i fondi andrebbero presi non solo dal bilancio dello Stato ma anche dalle aste della CO2 e da fondi delle regioni. Nella pdl, inoltre, si prevede che l’Ispra abbia anche la funzione di individuare le linee per uno sviluppo sostenibile delle Aree marine. Novità anche per la specificazione delle competenze del demanio marittimo a seconda della zonizzazione. Altro importante capitolo riguarda le attività di sorveglianza e le sanzioni, molte delle quali diverrebbero reati penali e non più solo amministrativi; mentre, a fronte di gravi violazioni, i sequestri e le confische di beni e mezzi dovrebbero diventare obbligatori e non più a discrezione del Pubblico ministero.
Sulla traccia delineata da Ciro Amato si è quindi sviluppato un interessante dibattito che ha visto protagonisti sia i direttori che i presidenti delle AMP presenti all’assemblea. Tra le molte questioni messe sul tavolo, quella che ha accomunato tutti gli interventi è stata la necessità di avere più fondi e più personale al fine di poter svolgere i compiti istituzionali di tutela della biodiversità e degli ecosistemi marini. Oggi le Aree marine protette, pur in presenza da alcuni anni di importanti interventi di sostegno, restano ancora le “cenerentole” del sistema dei parchi, con grandi difficoltà di organico. Importante - è stato sottolineato da molti - anche la certezza delle dotazioni finanziarie a fronte di pesanti oscillazioni degli importi, un aspetto che riguarda soprattutto quelle AMP sotto il controllo delle regioni. Altro tema sollevato riguarda la semplificazione delle norme e delle procedure, come, ad esempio, le richieste di Valutazione di Impatto Ambientale per progetti o interventi che hanno lo scopo di tutelare l’ambiente, un controsenso in piena regola. Molte le segnalazioni di discrepanze e anomalie nelle procedure amministrative, anche per i progetti legati ai fondi PNRR che rischiano, per mera lentezza o burocrazia, di non rispettare i tempi (ad esempio quelli per la realizzazione dei campi boa). Discorsi analoghi hanno riguardato la necessità di uniformare e semplificare la gestione del personale e la mobilità nell’ambito della PA.
Un altro tema sollevato da più interventi, riguarda le necessità di definire in modo univoco lo status giuridico delle Aree Marine Protette, oggi abbastanza frammentate fra gestione diretta dei Comuni, quelle facenti capo a Consorzi o quelle dotate di un proprio Ente. Un argomento che riguarda anche la necessità di prevedere, in automatico, l’assorbimento della gestione di SIC, ZSC o altre forme “minori” di aree tutelate presenti all’interno di una AMP, questo per evitare sovrapposizioni e conflitti di competenza.
Nel suo intervento conclusivo il presidente di Federparchi Luca Santini ha rimarcato come l’incontro giunga a conclusione di un percorso di dialogo e confronto non solo fra le AMP, ma soprattutto fra queste, Federparchi e MASE. “Stiamo portando avanti una discussione non solo tecnica - ha sottolineato Santini - ma anche politica, mirata a delineare una prospettiva per il futuro delle Aree Marine come parte integrante del sistema italiano delle aree naturali protette. E siccome vedo che c’è disponibilità all’ascolto da parte delle istituzioni credo che molte delle questioni messe oggi sul tappeto possano essere affrontate e, mi auguro, anche risolte, sia in sede parlamentare che ministeriale. Non vedo perché - ha aggiunto il presidente di Federparchi - anche le AMP non debbano avere un presidente, un direttore e un organico adeguato rispetto alle loro necessità, al fine di garantire una efficace tutela della biodiversità marina e favorire forme di sviluppo sostenibile.”
Santini ha sottolineato come vada corretta, nella pdl di riforma, la parte sulla soppressione dei Consigli direttivi e come sia fondamentale garantire certezza e congruità delle risorse, sia finanziarie che umane, per le Aree Marine Protette.
Oggi siamo al 16% di superficie marina protetta - ha proseguito Santini - ritengo che gli obiettivi dell’agenda 30x30, in particolare quelli che riguardano il mare, possano essere concretamente raggiunti, così come quelli legati al PNRR. L’importante è marciare compatti, con spirito unitario e costruttivo, insieme alle associazioni come WWF e MareVivo, che oggi sono qui con noi, con il preciso scopo di fare tutti sistema. Questo ci può consentire di portare a casa risultati importanti, a partire dal confronto che avremo nel corso degli Stati Generali delle Aree protette. Stesso discorso per la legge di riforma che sta per muoversi al Senato. Con la collaborazione di tutti, Federparchi può realizzare un pacchetto mirato di emendamenti migliorativi partendo, per le AMP, proprio dalle proposte di questa importante assemblea.”