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No alla riduzione del Parco regionale della Lessinia in Veneto

Il mondo parla di emergenza clima, questo provvedimento se approvato andrebbe in direzione contraria

( 24 Gennaio 2020 )

Federparchi esprime la netta contrarietà alla proposta di ridurre la superficie del Parco Regionale della Lessinia, in Veneto. Una simile decisione sarebbe in spregio ai fondamentali valori ambientali e territoriali che dovrebbero ispirare i principi del “buon governo”. Il ridimensionamento del parco è previsto dal progetto di legge regionale nr. 451,  di iniziativa dei consiglieri Alessandro Mantagnoli, Stefano Valdegamberi ed Enrico Corsi, relativa a “Modifica della Legge Regionale 30 gennaio 1990, nr. 12, norme per l’istituzione del Parco Naturale Regionale della Lessinia”.

Il parco della Lessinia, ormai storicamente consolidato sia dal punto di vista della tutela ambientale, della coesistenza fra turismo ed attività agricola, delle iniziative sportive e culturali, rischia di essere ridotto del 20%. Dalla relazione del PdL non si comprende alcuna ragione forte e valida del ridimensionamento. Vi è un vago riferimento alla necessità di contenere i cinghiali, quando ormai è evidente che è molto più facile contenere i cinghiali in un’area protetta, dove si può svolgere attività di controllo 365 giorni all’anno, che in zone aperte all’attività venatoria dove, anzi, l’interesse è quello di tenere la più alta densità possibile da tradurre in carnieri consistenti nel periodo di caccia. Non a caso nei parchi nazionali ogni anno vengono abbattuti o catturati oltre 6000 cinghiali. Lo stesso vale per l’esclusione dei “vaj” dal parco, zone di alto pregio naturalistico che verrebbero così  derubricate ad aree contigue esterne.

Tutto il mondo si interroga sul cambio climatico e sulle azioni da adottare per contrastarlo o mitigarlo; in particolare in Europa si definiscono progetti e iniziative per la tutela intelligente della natura, mentre nel caso del parco della Lessinia  siamo di fronte ad un’inspiegabile rovesciamento del comportamento politico e amministrativo. Federparchi invita i consiglieri della Regione Veneto a respingere questo progetto di legge, chiede che venga attivato un tavolo istituzionale, pubblico e aperto, per affrontare eventuali problematicità del sistema regionale parchi con l’obiettivo di valorizzare l’insieme delle aree protette venete in un’ottica di raccordo con i parchi nazionali presenti sul territorio.

 
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