Il presidente di Federparchi illustra, in un suo intervento su La Stampa, alcune delle proposte di Federparchi per rendere ancora più efficace l’azione delle aree protette per le sfide del futuro.
PARCHI, COMUNITA’ TERRITORIO E COMPETENZE,
Intervento su La Stampa.it del 22 ottobre di Giampiero Sammuri –presidente Federparchi
I parchi e le aree protette italiane sono luoghi di grande bellezza, di natura, di paesaggi. Luoghi dove, insieme a flora e fauna da tutelare, ci sono comunità operose, territori ricchi di tradizione ed aperti alle innovazioni e alle sfide del futuro.
I Parchi (e intendo anche le A.P.) hanno il compito di salvaguardare questi habitat e di trovare il giusto punto di equilibrio fra la conservazione e le necessità di sviluppo, che deve essere rigorosamente improntato alla sostenibilità ambientale.
Essi sono anche parte della Pubblica Amministrazione e devono essere in grado di compiere la loro missione. Per questo motivo, nel corso del nono Congresso che Federparchi terrà a Roma il 24 e 25 del mese, avanzeremo delle proposte concrete a governo e Parlamento.
I Parchi hanno bisogno di personale qualificato: biologi, zoologi, veterinari, geologi, forestali, agronomi. Figure professionali “green” indispensabili a svolgere la funzione di tutela della biodiversità che viene loro richiesta. Le risorse economiche ci sono, i Parchi hanno la disponibilità finanziaria per assumere personale, ma la rigidità delle norme sui bilanci lo impedisce. Eppure sarebbe l’occasione per trattenere in Italia tanti giovani talenti.
Una cosa simile accade per i “Piani dei parchi”. Nascono come strumento di valorizzazione del territorio e delle comunità ma si incagliano in un percorso autorizzativo talmente contorto e ferragginoso che per la loro approvazione occorrono anni e anni. Basterebbe eliminare una serie di passaggi inutili e ripetitivi.
Sempre in tema di risorse, andrebbe dato ai Parchi la possibilità di utilizzare i beni demaniali presenti nel loro territorio, così come sarebbe una boccata di ossigeno poter allentare i vincoli nella gestione dei bilanci, improntandola ad una logica di budget come avviene nel resto d’Europa. Cosa che consentirebbe una maggiore efficacia anche nel merchandising e nelle attività di promozione.
Ogni anno abbiamo 27milioni di presenze turistiche, una filiera che conta 105mila posti di lavoro e un valore di 5,5 miliardi grazie a coloro, italiani e stranieri, che si recano nelle nostre aree protette per godere delle loro bellezze ed eccellenze. E’ un fenomeno positivo e in forte crescita che però va governato. La tragedia di Raganello deve fare da sprone affinchè ciò avvenga con la massima sicurezzapossibile.Dare la possibilità ai parchi di gestire direttamente le visite in determinate aree attraverso “Guide Parco” opportunamente formate, aumenta la sicurezza dei visitatori, oltre alla salvaguardia ambientale.
Ho citato solo qualche esempio. Sono interventi semplici, piccole modifiche alla normativa che si possono fare con la prossima legge di bilancio, aventi tutti un attinenza con gli aspetti finanziari, a costo zero per lo stato ed anzi favorendo un aumento delle entrate. Queste nuove e semplici norme consentirebbero alle nostre Aree protette di prendere un nuovo slancio, liberandosi di alcuni eccessi burocratici . Una spinta per un’azione più incisiva per la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio naturalistico che costituisce una risorsa unica al mondo al servizio dell’Italia.