Il sistema delle aree protette costituisce uno strumento fondamentale per la conservazione dei valori naturalistici di maggior pregio e rilevanza nazionale. Per la loro tutela occorrono adeguati interventi di conservazione nonché un servizio di sorveglianza svolto dai reparti specializzati dei Carabinieri forestali (CUFA – Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari)
La Direzione Generale Natura e Mare del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroforestali Carabinieri hanno organizzato il convegno "Lo stato di conservazione della biodiversità nei Parchi Nazionali" che si è svolto a Roma il 14 settembre presso la Biblioteca nazionale.
L’incontro è stato aperto dal sottosegretario del MASE Claudio Barbaro che, oltre a ribadire il ruolo fondamentale di sorveglianza che svolgono i Carabinieri del CUFA, ha illustrato l’intenzione del Ministero di mettere in campo gli Stati Generali delle Aree Protette al fine delineare una strategia di sistema per i parchi. Barbaro ha fatto anche riferimento alla necessità di portare il tema della tutela biodiversità all’interno delle scuole.
Il convegno è stato introdotto dal comandante dei CUFA gen. Corpo d’Armata Andrea Rispoli e da una relazione del comandante Carabinieri per la Tutela Forestale e dei Parchi gen. di Divisione Nazario Palmieri.
Il presidente di Federparchi Luca Santini è intervenuto nel panel “la valorizzazione naturalistica nei parchi nazionali”, moderato da Giovanni Cannata, presidente del parco nazionale di Abruzzo Lazio e Molise, a cui hanno partecipato anche Gaetano Benedetto, WWF Italia; Daniela Di Novi, dirigente MASE; Bartolomeo Schirone, Università della Tuscia.
“I Carabinieri forestali svolgono un ruolo determinante non solo per i compiti di sorveglianza, ma anche per il monitoraggio che svolgono sulla biodiversità e per il contatto con le popolazioni che vivono nelle aree protette. – ha affermato Luca Santini nel suo intervento - Gli abitanti dei parchi nazionali hanno ben compreso, da oltre un decennio, l’importanza e il valore delle aree protette, anche perché hanno visto i benefici in termini di sviluppo sostenibile del territorio. C’è invece ancora tanto da fare per diffondere una cultura della convivenza con la natura al di fuori dei parchi. E non vale solo per i grandi mammiferi, a partire da lupo e orso come emerge dai recenti e gravi fatti di cronaca, e verso i quali si registra molta sensibilità ed emotività. Bisogna far capire che vanno salvaguardate tutte le specie a rischio perché sono indispensabili alla catena della biodiversità; penso all’importanza degli insetti, penso al ruolo fondamentale che svolgono gli impollinatori. E poi – prosegue il presidente di Federparchi - serve un’azione decisa per la tutela del patrimonio vegetale, a partire da quello forestale, per l’enorme quantità di servizi ecosistemi che offre: assorbimento dell’anidride carbonica, aria pulita, acqua, ossigeno, contenimento del territorio contro il dissesto idrogeologico. Il sistema dei parchi può e deve lavorare in piena sinergia coinvolgendo tutti i soggetti interessati, per rafforzare la consapevolezza fra i cittadini dell’importanza della tutela della biodiversità. E’ l’uomo che ha bisogno del bosco, non il contrario.”