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Codice Appalti: Federparchi, serve procedura semplificata per il sotto-soglia

Importante la possibilità di utilizzare lo “smart CIG” sotto i 140mila euro

( 11 Gennaio 2024 )

Federparchi, associazione degli enti gestori delle aree naturali protette, manifesta preoccupazione per la digitalizzazione estrema che, invece, di semplificare appesantisce tempi e procedure amministrative, rischiando di creare seri rallentamenti nella gestione delle attività. Dal 1° gennaio, infatti, sono entrate in vigore le nuove procedure digitali per appalti e acquisiti che risultano, per gli enti pubblici “minori” come i parchi, più lunghe e macchinose; basti pensare all’obbligo di uso del CIG (Codice Identificativo di Gara) addirittura per operazioni sotto i 5mila euro.

Gli enti gestori delle aree naturali protette sono enti pubblici di ridotte dimensioni (salvo i due storici parchi nazionali centenari) quasi sempre con poco personale e carenti (per il blocco delle assunzioni) di figure specializzate al punto che in alcuni casi non è possibile nemmeno nominare il Responsabile Unico di Procedimento (RUP).

Federparchi, consapevole dell’importanza della digitalizzazione, chiede la semplificazione delle procedure che riguardano gli appalti sotto la soglia dei 140mila euro, con particolare riferimento alla possibilità di utilizzare ancora lo “smart CIG” per tali contratti, per i quali è già previsto l’affidamento diretto mediante procedura semplificata.

+++  NOTA TECNICA  +++

Dal 1 gennaio 2024 il Codice dei contratti pubblici impone l’intera digitalizzazione del procedimento, secondo specifiche modalità operative. La digitalizzazione si applica a tutti i contratti di appalto o concessione, di qualunque importo, nei settori ordinari e nei settori speciali. Al centro del nuovo sistema di appalti digitali c’è la Banca Dati Anac, che interagisce da una parte con le piattaforme certificate utilizzate dalle stazioni appaltanti, e dall’altra con le banche dati statali che detengono le informazioni necessarie alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti per gestire le varie fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici. L’obiettivo è la semplificazione mediante la riduzione dei riferimenti alle disparate piattaforme che devono avere un solo punto di accesso nella Banca dati nazionale.

La semplificazione è in sé una scelta amministrativa ed è saggia; non lo è quando si decuplicano gli adempimenti endoprocedimentali, si verticalizza eccessivamente un procedimento o si risolve un problema e se ne producono altri.

La Federparchi quale associazione rappresentativa di tutte le aree protette nazionali e di gran parte di quelle regionali, ritiene che la digitalizzazione dei procedimenti di programmazione, gara ed esecuzione dei contratti sia una cosa opportuna, ma solo e limitatamente agli appalti sopra soglia. Per i contratti sotto soglia e per tutti gli affidamenti diretti, invece, si rischia il blocco delle attività e l’ingorgo nelle amministrazioni. Gli enti parco nazionali sono pubbliche amministrazioni di ridotte dimensioni con pochi dipendenti in dotazione (poche unità, tranne due sole eccezioni di grandi e storici parchi nazionali) e non solo non sono dotate di personale specializzato, ma alcune non hanno la possibilità neanche di svolgere alcuna procedura poiché non sono in grado di nominare il responsabile unico di procedimento (Rup), per l’esiguità delle dotazioni e il blocco delle assunzioni.

Riteniamo che i contratti in affidamento diretto possano andare esenti dalla digitalizzazione estrema che si è aperta il 2 gennaio 2024 e che vadano del tutto esonerati, perché esse costituiscono, anche sotto il profilo giuridico, speciali procedure che hanno l’obiettivo di approvvigionare l’ente mediante il ricorso a forme semplificate di scelta del contraente, senza alcun valore concorrenziale, in segmenti di mercato scarsamente appetibili e per prodotti standard la cui produzione è talmente frammentata da non suscitare l’interesse né de malaffare, né di soggetti  opachi pur presenti sul mercato.

Per cui entro la soglia dei 140 mila euro la Federazione ritiene che i contratti pubblici vadano esenti da digitalizzazione burocratica. In concreto la richiesta del Cig, nella sua forma SMART CIG, deve essere facoltativa, lasciando certamente il controllo dei flussi finanziari e l’identificativo contabile della procedura. La digitalizzazione estrema degli affidamenti sotto soglia porrà la questione della natura giuridica di tali affidamenti: se possano ancora essere considerati procedure speciali o saranno completamente procedimentalizzati e, quindi, costituiranno vere e proprie comparazioni tra concorrenti. Questo moltiplicherà il contenzioso giudiziale che, invece, gli affidamenti diretti, ora che il codice ha chiarito e ha veramente e finalmente semplificato l’affidamento, hanno contribuito notevolmente ad abbattere. Per cui sembra un ritorno all’onnipresenza della gara che in tale segmento di mercato pubblico è inutile, defatigante e non appetibile, neanche agli interessi opachi.

Codice Appalti: Federparchi, serve procedura semplificata per il sotto-soglia
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